Pietro Melandri

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Biografia breve di Pietro Melandri

Pietro Melandri (Faenza 1885 - 1976) è stato uno scultore italiano del XX secolo. Segue giovanissimo i corsi serali della Scuola di arti e mestieri di Antonio Berti e contemporaneamente frequenta l'officina ceramica dei fratelli Minardi come apprendista. Qui si avvicina alle tecniche di smalti e lustri metallici e al gusto decorativo del primo Novecento. Nel 1906 si iscrive ai corsi serali dell' Accademia di Brera a Milano e per vivere si accontenta di eseguire opere di decorazione e scenografie. L'esordio espositivo avviene proprio in quello stesso anno, come pittore, a Faenza. Tra il 1916 e il 1918 Melandri, che viene arruolato nel corpo dei Bersaglieri, è fatto prigioniero e deportato a Somoria, ai confini con I'Ungheria. Viene a contatto con la cultura secessionista, che ha già conosciuto a Faenza in occasione di una mostra dell' artista ungherese Vilmos Zsolnay. Di ritorno nella città natale, fonda la fabbrica La Faience e, con I'assistenza del chimico Ottorino Poli, crea pezzi in lustro metallico, presentati poi nel 1919 alla mostra di Palazzo Strozzi a Firenze. In questo periodo l'artista lavora sovente in collaborazione con altri artisti (Martini, Drei, Di Cocco), dando vita a vere e proprie creazioni autonome dei modelli a lui forniti. Nel 1920 partecipa alla I Biennale Romana mentre l'anno seguente Melandri diviene direttore della fabbrica di ceramiche Minardi. Ottiene due prestigiosi premi alla mostra della Ceramica di Pesaro e alla I Biennale di Arte Decorativa di Firenze (1924); nel 1925 partecipa alla Mostra di Arti Decorative di Parigi e si aggiudica il gran premio. Ma Melandri non trascura le commissioni a lui affidate e tra il 1924 e il 1925 esegue il tempietto pompeiano a Castrocaro, nel parco delle terme, e un grande pannello per I'Ospedale Civile di Faenza. Le partecipazioni a mostre collettive, l'allestimento di numerose personali e i lavori di decorazione si moltiplicano, portando Melandri alla ribalta anche internazionale. L'ultima parte della sua attività artistica è caratterizzata da un intensa collaborazione con gli architetti Ponti e Bega; esegue poi alcune opere per i Cardinali Cicognani e per Papa Giovanni XXIII. L'anno successivo alla sua morte, avvenuta nel 1976, Faenza gli dedica un'ampia antologica.

FONTE: Scultura italiana del primo Novecento

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